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ECO del Santuario dell'Addolorata

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L'Immacolata, stella dell'evangelizzazione
di Suor Maria Emanuela Graziani, FI

Prima di ritornare definitivamente al Padre, Gesù si è preoccupato di affidare agli Apostoli e alla Chiesa nascente, riunita intorno a sua Madre, il mandato di proseguire con fedeltà la sua opera di evangelizzazione in tutto il mondo: «Andate dunque in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura, ammaestrate tutte le nazioni».

Dopo quasi 2000 anni la Chiesa continua ancora a compiere la stessa missione di diffondere il regno di Cristo nel mondo a gloria di Dio Padre, perché tutti gli uomini possano partecipare alla salvezza operata da Gesù con la sua Passione, Morte e Risurrezione, insieme, anche se in modo subordinato a Lui, alla Madre Corredentrice.

La Chiesa non potrà mai rinunciare a questa così impegnativa e sublime missione di salvezza eterna degli uomini, anche perché la Chiesa è «Madre» come Maria, ed ha a cuore la sorte eterna di ciascuno dei suoi figli che Gesù le ha affidato dall’alto della Croce nella persona del suo discepolo prediletto, san Giovanni, in un supremo slancio d’amore per noi.

La missione della Chiesa, di evangelizzare per donare speranza certa a questo mondo ottenebrato dal male, non può realizzarsi peraltro senza il serio e costante impegno di ogni singolo cristiano, chiamato a cooperare attivamente in forza del Battesimo a quest’opera, essenzialmente divina.
Il compito di portare Gesù nel cuore degli uomini affinché regni in essi è, specialmente nell’epoca attuale, assai arduo, e quasi impossibile da svolgere se senza un concreto modello di riferimento in quest’opera missionaria. A chi ci si deve ispirare per essere ardenti e zelanti missionari di Cristo?

La guida sicura, la stella fulgida e splendente che può accompagnare su questa via così impegnativa dell’evangelizzazione è Maria, la prima missionaria di Gesù, che lo portò con sollecitudine, appena concepito, alla cugina sant’Elisabetta, per santificare nel suo grembo san Giovanni Battista.

Maria incarna in modo sublime l’ideale del missionario, che, oltre a porgere il doveroso soccorso e aiuto materiale, si spende e si sacrifica per la salvezza e la santificazione delle anime. E non potrebbe essere altrimenti, perché solo Lei, accettando di diventare la Madre di Gesù, l’Uomo-Dio, ha sacrificato con generosità i propri diritti di Madre, offrendo il suo unico Figlio a Dio per la salvezza di tutta l’umanità, patendo in modo indicibile ai piedi della Croce.

La figura di Maria, quale maestra di vita e santificazione, vista in questa prospettiva missionaria, rifulge, grazie al Santo Padre Giovanni Paolo II, ancora più splendidamente ai nostri occhi. Nel suo messaggio per la Giornata missionaria mondiale dell’anno 2003, celebrata lo scorso 19 ottobre in coincidenza con la chiusura dell’anno del Rosario, il Papa ha ricordato che Maria accompagna la Chiesa con la sua presenza materna e sollecita nel cammino arduo, ma affascinante di evangelizzazione del mondo.

Ha auspicato, inoltre, che la Chiesa, per diffondere capillarmente il messaggio evangelico fino agli estremi confini della terra, consegua, all’inizio di questo terzo millennio, l’obiettivo di essere più contemplativa, santa e missionaria.

La Chiesa, in ogni suo singolo membro, deve pertanto corrispondere più perfettamente alla vocazione universale alla santità a cui è chiamata. Alla scuola di Maria, infatti, nella contemplazione dei misteri del Santo Rosario, particolarmente di quelli Luminosi in cui si medita la vita pubblica di Gesù, si è istruiti sul modo di conseguire la santità, mediante la conversione radicale del cuore, mentre si sente, quasi in sottofondo, l’invito che Ella fece ai servi alle nozze di Cana: «Fate quello che vi dirà».

Ed è ancora Maria, Colei che ha preparato i timorosi Apostoli nel Cenacolo alla discesa dello Spirito Santo, perché fossero i missionari del Figlio, a rendere, con la sua grazia e il suo aiuto, la Chiesa più missionaria, sospingendola a portare la Buona Novella a tutte le genti per testimoniare, anche a prezzo della vita, che Cristo è ieri, oggi e sempre «Via, Verità e Vita», l’unico Salvatore e Redentore del mondo.

Maria Santissima ha incarnato, nel modo più perfetto per una creatura umana, l’essere contemplativi, santi e missionari. Sotto il suo sguardo ed alla sua scuola non sarà allora difficile divenire strumenti di salvezza, proprio per il fatto che Ella ha sempre tenuto il suo sguardo fisso, in contemplazione del volto del Figlio Gesù, meditando nel suo cuore e mettendo in pratica in pienezza d’amore e con la massima perfezione tutti i suoi insegnamenti divini. Soprattutto nella preghiera del Santo Rosario, meditando i misteri Gaudiosi, Luminosi, Dolorosi e Gloriosi, il cristiano si assimili alla Divina Madre, entrando nel suo Cuore Immacolato e, di conseguenza, in comunione più profonda con Gesù.

Ne consegue che, preghiera, santità e missionarietà, in sintonia di sentimenti con Maria, sono inscindibili.

Essere missionari come Maria significa allora, contemplare e amare con Lei l’adorabile volto e il misericordioso Cuore di Cristo, mettere in pratica i suoi precetti e portare quest’incommensurabile ricchezza di grazia ai fratelli vicini e lontani nella completa dimenticanza di sé.

La preghiera del Santo Rosario, con la recita delle Ave Maria, in cui si fondono mirabilmente il saluto dell’Arcangelo Gabriele alla Santa Vergine, le parole di lode di sant’Elisabetta rivolte alla Madre di Dio, e la supplica della Santa Chiesa per la nostra salvezza eterna, facilita questo compito missionario. Contemplando i misteri del Rosario, il cristiano rivive il percorso missionario di Gesù a partire dalla sua Incarnazione nel grembo di Maria, fino all’Incoronazione in Cielo di sua Madre, ed è invitato a seguire le orme di Gesù, quale suo fedele testimone.

Essere missionari non implica, però necessariamente, lasciare la propria patria per raggiungere terre lontane: si può essere missionari anche in casa, nell’ambito della propria famiglia, sul luogo di lavoro, con i propri amici e conoscenti.

Santa Teresina di Lisieux, proclamata nel 1927 Patrona delle Missioni da Papa Pio XI, non uscì mai dalle mura del suo monastero, ma il suo ardente zelo per le Missioni e l’ansia per la salvezza delle anime, sorretti dall’orazione più intensa, le han meritato di essere insignita di tale titolo.

Tutti, nessuno escluso, sono chiamati ad essere missionari nel proprio ambiente di vita, quali madri di anime che generano alla grazia con la santità della vita, la preghiera, l’offerta generosa al Signore delle piccole e grandi croci quotidiane.

Se il cuore di ogni cristiano sarà aperto all’invito del Santo Padre di eleggere il Santo Rosario a preghiera preferita, l’umanità intera otterrà innumerevoli grazie spirituali. Questa antica, ma sempre nuova preghiera, infatti, recitata in comunione d’amore con la Madonna, è la chiave d’oro di ogni missionario per accedere alle infinite ricchezze di Dio, per impetrarne ed ottenerne tutte le grazie di cui l’umanità ha bisogno, particolarmente per la vita spirituale; per toccare i cuori degli uomini induriti dal peccato; per costruire la tanto desiderata nuova civiltà della pace e dell’amore.

La Vergine Maria, Regina del Santo Rosario, Stella risplendente dell’evangelizzazione sarà per ciascuno sempre d’esempio ed aiuto, nell’apostolato di testimoniare al mondo, che Dio nel Suo sconfinato Amore, ha sacrificato il suo dilettissimo Figlio per la salvezza eterna dell’uomo, affinché possa partecipare, per sola sua misericordia, nonostante i suoi innumerevoli peccati, agli eterni gaudi celesti.

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