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ECO del Santuario dell'Addolorata

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L'Addolorata, celeste Patrona
di Padre Pio M. Steman, FI

All’Addolorata, donata da Gesù stesso come Madre a tutto il genere umano ai piedi della Croce, da quel 6 dicembre 1973, in cui il Papa l’ha proclamata solennemente Patrona del Molise, è stato affidato in special modo il popolo molisano. Ella, che offrendo se stessa in unione al Figlio crocifisso, ha partecipato all’opera della Redenzione come Corredentrice, ha voluto dimostrare il più grande amore possibile ad una creatura. E apparendo a Castelpetroso come Corredentrice ha voluto esprimere una predilezione specialissima per questa terra e per questa gente. È con fiducia e confidenza di figli, dunque, che bisogna rivolgersi a Lei perché c’insegni questo suo stesso amore.

La solennità dell’Addolorata è un esplicito invito a guardare proprio Lei, fissando gli occhi su di Lei, contemplandola con Gesù Crocifisso ai piedi e con le sette spade conficcate nel cuore. La prima grazia da chiedere a Gesù è di poter amare sua Madre con quello stesso amore con cui Ella ci ha amato. Un amore che non le ha risparmiato sofferenze incommensurabili. Noi siamo figli del sangue di Gesù e delle lacrime della divina Madre. Sono Loro che ci hanno redenti: il Redentore e la Corredentrice. A Loro dobbiamo la riapertura delle porte del Paradiso che si erano chiuse dopo il peccato originale commesso dai nostri progenitori; a Loro dobbiamo la grazia della figliolanza divina. Al Redentore e alla Corredentrice, infatti, dobbiamo tutto il nostro bene, la nostra salvezza, il Paradiso. Sull’esempio dei Santi, dovremmo davvero riempirci il cuore del più santo amore filiale verso di Lei coltivando la devozione alla divina Madre Addolorata. San Pio da Pietrelcina, per esempio, nutriva una grande passione nei confronti dell’Addolorata, al punto da dare spesso come penitenza, al termine della Confessione, la recita di sette Ave Maria, in onore dei sette dolori della Madonna. Qualche volta, poi, accadeva che, nel dire «Dirai sette Ave Maria all’Addolorata!», non potesse finire la parola «Addolorata», senza scoppiare in pianto. Cerchiamo anche noi di amarla come Lei ha amato noi, «in misura senza misura». La devozione all’Addolorata, attraverso le pie pratiche delle Sette Ave Maria in onore dei suoi dolori, della Corona dei sette dolori, della Via Matris, deve essere davvero la nostra devozione, il nostro piccolo ricambio a quello che è stato il suo immenso amore per la nostra salvezza. Infatti, ogni abbondanza di grazia proviene dal Cuore di Cristo e dal Cuore di Maria, ambedue Cuori trafitti: il Cuore di Gesù dalla lancia di Longino (cf Gv 19,34), il Cuore di Maria dalla spada predetta dal vegliardo Simeone (cf Lc 2,35). Da san Giovanni evangelista dobbiamo imparare ad accogliere la Madonna nella nostra anima. Ai piedi della Croce, Gesù affida sua Madre a san Giovanni, e in lui a tutti i redenti, con le parole: «Ecco tua Madre». Il Vangelo riferisce che dopo queste parole, san Giovanni prese la Madonna «nella sua casa», ossia nel senso particolare della sua anima.

Ogni molisano, come san Giovanni, deve accogliere la Madonna nella sua anima affinché Ella possa essere vera Patrona di tutto il Molise. La lieta ricorrenza di questo trentesimo Anniversario deve essere, pertanto, un’occasione privilegiata di verifica e successivamente di impegno concreto ad eliminare dalla nostra vita tutto ciò che offende il suo cuore di Madre ed essere così suoi veri figli. Soltanto una vita conforme agli insegnamenti divini potrà renderla veramente Patrona di ognuno e di tutti.

Ella davvero merita questo nostro sforzo perché il suo amore per noi è stato veramente grande. Ha cooperato, infatti, con il Figlio alla missione della salvezza universale, donandosi totalmente e portando in sé anch’Ella il peso sterminato di tutti i peccati dell’umanità.

Scriveva bene san Pio da Pietrelcina: «Chi può comprendere il mistero del dolore della nostra così cara Corredentrice, davvero Lei è la Regina dei martiri!».

D’altra parte il nostro impegno a vivere un’autentica vita cristiana non deve scoraggiarci poiché Ella stessa, quale potente Mediatrice presso suo Figlio, ci otterrà tutte le grazie necessarie.

Al suo Cuore Immacolato e Addolorato deve ricorrere il popolo molisano che ha la grazia e l’onore di averla quale sua Patrona. A noi il dovere di accogliere con profonda gratitudine e riconoscenza filiale questo dono sublime.

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